ACCELERAZIONE IN USCITA: GUARDA LONTANO, ALZA LA MOTO, DAI GAS
Prima di accelerare, bisogna preparare la gomma posteriore tirando sù la moto di qualche grado spingendo su manubrio esterno e pedana esterna, mentre il corpo deve rimanere proiettato verso l’interno curva.
Nelle puntate precedenti ci siamo occupati di molti aspetti della guida in pista per chi inizia e/o per chi non è ancora al livello prestazionale dei migliori piloti. Abbiamo visto innanzi tutto cosa è una curva per il pilota (lezione 2), come si danno ordini precisi di direzione alla moto (lezione 3), come si frena (lezione 4) e come di percorre la curva (lezione 5).
In questa sesta puntata invece ci occupiamo di come si guida in rettilineo. Cioè di cosa si deve fare una volta arrivati al punto di corda, che è il punto in cui per un pilota termina la curva.
Abbiamo visto che per arrivare al punto di corda il pilota deve procedere a gas chiuso sullo slancio della velocità che ha lasciato alla moto nel momento in cui ha mollato il freno per entrare in curva, con il corpo sostenuto dalla spinta delle gambe sulle pedane (più quella interna di quella esterna) e la mano interna che spinge sul semimanubrio per indirizzare la moto sulla giusta traiettoria sfruttando il fenomeno fisico dell’effetto giroscopico, con lo sguardo che fin dall’inizio cerca il punto di corda come obiettivo da raggiungere.
Giunti al punto di corda la curva è finita. Lì quindi finisce il lavoro dedicato alla curva e comincia quello dedicato al rettilineo. Cioè l’accelerazione.
Un primo errore che si può commettere in accelerazione è quello di concentrarsi come prima cosa sull’apertura del gas. In quel momento (punto di corda) infatti la moto è al massimo della piega, e presumibilmente la ruota posteriore ha una impronta a terra molto limitata.
Se apriamo il gas al massimo della piega, dobbiamo sapere che sottoporremo la gomma ad uno stress per cui non è stata progettata. Se guidiamo una moto moderna, nel migliore dei casi il controllo di trazione ci impedirà di trasferire potenza alla ruota perché lui “sa” che la gomma al massimo della piega è strutturata perlopiù per sostenere il carico dato dalla spinta delle forza centrifuga e non ne sopporterebbe che una minima parte di quello aggiuntivo derivante dal gas prima di perdere aderenza.
Nel peggiore dei casi, se guidiamo una moto senza controlli elettronici e magari con gomme non proprio fresche, possiamo innescare una perdita di aderenza che non è mai troppo simpatica quando si è al massimo della piega…
Prima di aprire il gas ci sono diverse cosa da fare.
No, prima di aprire il gas bisogna fare una cosa: se fino a quel momento abbiamo tenuto la moto in piega spingendo con piede e mano interni, dal punto di corda in poi dobbiamo svincolare il nostro corpo dalla moto e invertire la spinta: mentre le gambe sollevano letteralmente il sedere dalla sella, mano e braccia esterni spingono sui relativi semimanubrio e pedana innescando un immediato movimento a rialzarsi della moto.
Contemporaneamente le gambe spingono il busto e la testa indirizzandoli verso l’interno della pista. Insomma, la moto si deve rialzare, il pilota deve fare in modo di lasciare più peso possibile all’interno. Quando la moto si è rialzata almeno di qualche grado, e quindi il pneumatico posteriore ha una superficie d’appoggio a terra superiore a quella di un istante prima, possiamo cominciare ad aprire gradualmente il gas.
È molto importante che il corpo rimanga proiettato verso l’interno curva. Questo serve per contrastare la spinta del motore e il rialzarsi della moto, fattori questi che tendono inevitabilmente a far allargare la traiettoria verso l’esterno.
Dal punto di corda in poi, quindi, si procede facendo coincidere il rialzarsi della moto generato dalla spinta di mano e piede esterni con la graduale apertura del gas. Nel mondo ideale, quando la moto sarà completamente verticale, ci dovremmo trovare con entrambe le ruote allineate al cordolo esterno, a pochi centimetri dallo stesso, e con il contagiri in zona rossa.
Finito di rialzare la moto come descritto, non ci rimane altro da fare che cambiare marcia.
A quel punto non ci resta che cambiare marcia e procedere in rettilineo, riportando successivamente il corpo nella posizione normale in carena, ma muovendolo sempre e soltanto con la spinta delle gambe. Ricordate nella lezione 3 la terza legge della guida? “La moto si guida stando in piedi”!
Ecco, l’accelerazione è uno dei momenti chiave per capire questa legge.
Se, come fanno quasi tutti, nella fase di accelerazione tentiamo di spostare il corpo affidandoci alla presa delle mani sul manubrio, rischiamo di innescare pericolosi sbacchettamenti dell’avantreno. Questo è l’errore che in passato ha reso ricchi i venditori di ammortizzatori di sterzo…
Generalmente se una moto nasce senza ammortizzatore di sterzo, vuol dire che non ne ha bisogno. In linea di massima, tranne rarissime eccezioni, non esistono moto nervose, ma esistono tantissimi piloti che con i loro comportamenti scorretti fanno innervosire le moto. Il peggiore di questi comportamenti scorretti è proprio l’aggrapparsi al manubrio perché non si usano le gambe per sostenere il corpo in tutte le fasi di guida!
Una volta in carena, ci spalmiamo sul serbatoio e apriamo tutto il gas.
Una volta in carena, dobbiamo appoggiare la mentoniera del casco nell’apposito incavo che si trova sulla parte superiore del serbatoio e fissare con lo sguardo attraverso il plexiglass del capolino il nostro prossimo punto di riferimento, che è quello della prossima staccata. E, particolare di non poco conto, dobbiamo tenere spalancato completamente il gas. Perché se non lo sfruttiamo tutto in rettilineo, quando mai lo faremo?
Con questa sesta lezione abbiamo esaurito la parte inerente tecniche e modalità basiche di guida in pista. Ma rimangono ancora diverse lezioni per analizzare molti altri aspetti della guida sportiva. Dobbiamo infatti ancora illustrare le varie tipologie di curve e le relative traiettorie (lezione 7). Passeremo poi agli strumenti di guida (ce ne sono tanti sulla moto) e come usarli (lezione 8). Ci occuperemo infine dei sorpassi (lezione 9) e del comportamento da tenere in pista (lezione 10).